mercoledì 30 giugno 2010

Potere singolare maschile

Sembrava in declino, ma il modello è più forte che mai: si comanda con cinismo, scontri e colpi bassi. E le donne? Ne hanno ancora di strada da fare..
Partiamo dall’ultimo dato di cronaca: i maschilisti vecchio stampo ricevono stipendi più alti. Timothy Judge e Beth Livingston, ricercatori dell’Università della Florida, hanno intervistato più di dodicimila persone ed è emersa una bizzarra ma crudelissima verità: il maschio arcaico – che è un ruspante cowboy spirituale anche quando traffica a Wall Street o sulle nanotecnologie – guadagna ogni anno novemila dollari in più di quello liberal.
Attenzione: il risultato si ribalta tra le donne. La tradizionalista, tutta ossequio agli ordini e apple pie, risulta penalizzata rispetto a una signora più creativa e disinvolta.
Chi l’avrebbe mai detto? Per una volta le aride cifre della statistica documentano ciò che, spontaneamente, avevamo già intuito. Il mondo del lavoro presenta una curiosa divaricazione: da una parte c’è la vecchia guardia degli ‘uomini virili’ , sempre più sciovinisti; dall’altra, avanza la carica moderna e brillante delle nuove protagoniste del business. E forse è proprio la frustrazione dell’impatto con una femminilità vincente a spingere gli uomini ‘a non mollare’.
Anzi, a incrudelire con i cliché più classici, a estremizzare valori e comportamenti. Secondo Magdalena Zawisza, psicologa della Winchester University, ‘mostrano una crescente sete di successo e inseguono la carriera con più grinta’. Un’indole machista da inscrivere nel codice culturale? O è genetica? Difficile ricostruire le ragioni profonde del ‘potere singolare maschile’. Certo è che quando la singolarità sfocia in individualismo, la competizione in aggressività e il confronto in conflitto, possiamo essere certi: abbiamo di fronte dei maschi. E le ‘loro’ organizzazioni ne sono plasmate a immagine e somiglianza, come spiega Joel Bakan in Imprese e morale (Bollati Boringhieri).
Ma mai snobbarli. Guai a farne la caricatura: la peculiare visione maschile del lavoro (e della vita) ha selezionato nei secoli un’intelligenza incalzante, dotata di immediatezza ed efficacia. È tattica ed è strategica; forse è una vera scienza del potere.

Gabriella Piroli

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