mercoledì 8 dicembre 2010

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Questo blog chiude in questo spazio.
Ma non termina la sua attività, si trasferisce e va a ricongiungersi con il suo alter ego.
Lo potrete trovare su http://percorsiavolteurbani.style.it/, dove ripercorrerà la sua storia dall'inizio nel marzo del 2009.

Quindi nessun addio, solo un trasloco..

sabato 4 dicembre 2010

Riflessioni .235

In avanti.
Voltare pagina e proseguire il cammino sciogliendo i lacci del proprio passato. Talvolta ripercorrere vecchi sentieri, senza nostalgia.
Camminare leggera, quasi scivolare, con passo fluido. In avanti.

venerdì 3 dicembre 2010

giovedì 2 dicembre 2010

Riflessioni .234

Soffrire.
Sottilmente e intensamente, per lungo tempo. Anni. Che non si contano più nemmeno sulle dita delle mani. E l’impotenza. Dei gesti, delle parole, delle intenzioni.
Pensare di vendicarsi. E pregustare già il sapore dolce e forte di quell’attimo in cui viene restiuito ciò che è stato dato più o meno intenzionalmente. Pensare di pareggiare i conti del dolore con un tasso di interesse adeguato all’inflazione di ogni palpito perso, di ogni sorriso trasformato in pianto.
Desistere. Per salvare il proprio cuore dalla morte dell’inaridimento, dalla vera sconfitta.
E andare avanti. Sempre. Comunque. Truccando occhi brucianti e accendendo l’interruttore del sorriso.
Il sorriso.. Che scaccia ogni pensiero e restituisce colore alla vita, a dispetto di chi vuole male.
Poi, quando gli anni hanno deterso le lacrime del cuore, arriva il giorno. Il giorno a lungo desiderato, mai cercato e quasi dimenticato. Chi ha causato tanto dolore adesso soffre. Terribilmente. Chi provocava la sensazione di impotenza, di insicurezza e di inadeguatezza adesso la subisce. E proprio a causa di quel sorriso che non ha mai spento.
Potrebbe fare pena. Ce ne sarebbero molti motivi.
Potrebbe causare gioia. E qui sì che ce ne sarebbero di motivi. Ma sarebbe una gioia sterile e fittizia.
E allora rido. Soltanto rido. Perché questo è il mio momento e ne avverto tutto il suo potere.
Rido. E mi compiaccio di me stessa. Perché sono così come sono grazie anche a questi anni e a quella sofferenza.
Rido, sorrido e mi sento leggera. Perché la vita è meravigliosa e ti dà sempre ciò che meriti.
Oggi, dopo la pioggia, mi ha regalato un bellissimo arcobaleno e, più tardi, un tramonto incantevole. Metafora di un lungo periodo che si conclude e sul quale cala il sipario della notte.
Osservo le stelle. E ancora sorrido.
Fra poche ore lo splendore dell’alba del mio domani.

mercoledì 1 dicembre 2010

Attenzione pericolo, qui comincia la vita.

La porta di una casa è un passaggio molto simbolico. La tradizione ebraica invita i credenti di affiggere una mezuzah sul montante esterno. La tradizione protestante, più pudica, raccomanda un piccolo pannello sopra all’interno: ‘che Dio protegga questa casa’. Il mio professore dell’Università del Texas, con lo humor che lo caratterizzava, aveva incollato un cartello sulla porta stessa all’interno e destinato a tutti coloro che uscivano: ‘Attenzione pericolo, qui comincia la vita’. Eravamo avvisati, bisognava stare in guardia, il mondo poteva essere ostile e accecare i nostri sogni.
Il suo ufficio era un vero Cafarnao di libri impilati sul pavimento e sui tavoli e debordante di scaffali incurvati dal peso dal tempo. Ci ritrovavamo là, sette studenti, tutte le settimane per un corso il cui titolo già mi aveva rallegrato ‘della creatività in arte e letteratura’. Avevamo vent’anni e ricostruivamo il mondo ‘come doveva essere’. Momenti magici, fuori dal tempo, ebbrezza delle cime che uscendo poteva esserci fatale.
Di questo corso mi resta il desiderio di considerare la mia casa come un luogo dove il mondo esterno non può importunarmi, un rifugio di pace dove ritrovare me stesso, e a volte i miei amici, protetto per sognare a mio agio la ‘vera vita’, quella che è più incantatrice che la disumanità del quotidiano prosaico, della mondanità dal rigo falso, delle agitazioni inutili, schizofreniche.
Bisogna allora sapersi confrontare con il silenzio, cioè con se stessi, senza paura, concedersi il tempo di guardare le fiamme nel caminetto senza l’angoscia di credere che si stia perdendo tempo, chiacchierare dolcemente di soggetti eterni.
L’inconveniente è che ci si sente così bene che gli invitati stessi dimenticano il tempo, non partono più, o meglio partono molto tardi. E quando li accompagno alla porta dico loro: ‘attenzione a non scivolare, la scala è un po’ ripida’, cosa che assomiglia così tanto a ‘Attenzione pericolo, qui comincia la vita’ del mio professore di Austin, Texas.

Claude Jeancolas

martedì 30 novembre 2010

Riflessioni .233

Mi nutro di me stessa.
La mia sete di sapere, di conoscenza, di input non si placa. Anzi, si espande e dilaga sempre di più. Diventa un vortice di idee che urlano dentro di me per uscire fuori, per trovare il loro spazio, la loro forma.
E prima che si materializzino completamente già altre idee si accendono e si formano.

lunedì 29 novembre 2010

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